Abita prevalentemente ruscelli forestali ed affluenti minori caratterizzati da un movimento relativamente lento dell'acqua.
Nel sistema fluviale del Rio Negro popola habitat cosiddetti igapó e igarapé, caratterizzati da fitta vegetazione ripariale, spesso sovrastante e substrati ricoperti da rami caduti, radici di alberi e letti di foglie marcescenti.
L'acqua è tipicamente acida, di trascurabili durezza e conduttività carbonatica, macchiata di marrone per la presenza di sostanze umiche rilasciate dalla decomposizione della materia organica.
Nel sistema fluviale del Rio Orinoco è più comunemente associato ad habitat noti come morichal che tendono ad avere acque trasparenti e chiare, substrati sabbiosi, spesso con una densa crescita di piante acquatiche o vegetazione ripariale tra cui i pesci si rifugiano.
Entrambi i biotopi hanno natura fortemente stagionale; durante la stagione secca i pesci tendono a formare grandi banchi nei canali principali, tra lo strato di fogliame marcescente e altri detriti organici che si formano a causa della mancanza di corrente.
Quando la stagione delle piogge inizia, la profondità dell'acqua aumenta e, di conseguenza la corrente, le acque invadono il terreno circostante.
I letti di foglie tendono a disperdersi, esponendo la sabbia sottostante; i pesci, a questo punto, si spostano più in alto nella colonna d'acqua, raggiungendo le aree di vegetazione inondata o nascondendosi tra le radici sommerse.
Questo ciclo idrologico stagionale consente anche la miscelazione di popolazioni di tetra cardinali che altrimenti rimarrebbero isolate l'una dall'altra.
In natura, il Paracheirodon axelrodi è considerato un pesce praticamente annuale, con rari ritrovamenti di individui con più di un anno di età, sebbene possa vivere considerevolmente più a lungo in acquario.
Il setup ideale per questo vivace caracide è in vasca da almeno 100 litri per poter ospitare 12 - 15 esemplari, con fondo scuro composto prevalentemente da sabbia di fiume, cosparso di rami e radici contorte, lasciando abbastanza spazio libero per il nuoto nella parte centrale. La vegetazione acquatica, in questo setup ha una primaria importanza. Le specie endemiche sono Echinodorus, Bacopa, Ludwigia, Sagittaria, Eleocharis, Eichhornia e Salvinia.
Questo può consentire l'inserimento di almeno 12 esemplari, in modo da ridurre lo stress dei pesci.
Il fondo deve essere cosparso con foglie secche e scarse formazioni rocciose. Il setup deve essere allestito in modo da creare più nascondigli e ripari possibili.
La filtrazione non deve generare una corrente troppo forte. Infine la luce deve essere bassa, possibilmente ridotta mediante l'inserimento di rami e piante galleggianti. Infine si raccomanda la filtrazione moderata in torba, per tenere un'acqua sempre acida dal colorito ambrato.
L'acqua deve risultare molto ben filtrata ed ossigenata, meglio se tramite un filtro esterno pressurizzato con la portata oraria di almeno tre volte la capacità dell'acquario; si consiglia anche di effettuare regolarmente dei cambi parziali preceduti da una scrupolosa sifonatura del fondo per raccogliere i residui più grandi.
I compagni di vasca ideali per questo pesce sono piccoli Tetra, Pesci matita, Pesci ascia, Apistogramma o altri Ciclidi nani e pacifici abitanti del fondo come Corydoras e Otocinclus.
Il dimorfismo sessuale di questo pesce è scarsamente evidente.
I maschi tendono ad essere più piccoli e meno robusti rispetto alle femmine.
Sono degli egg-scattering, ovvero rilasciano uova e sperma senza effettuare cure parentali. La riproduzione in cattività è abbastanza difficile da ottenere ma, se le condizioni sono favorevoli, è possibile vedere comparire dei piccoli avannotti all'interno della vasca. La soluzione ideale per ottenere una schiusa più efficace è quella di allestire un piccolo acquario delle dimensioni minime di 45 cm x 10 cm x 10 cm.
L’allestimento sarà completato con legni e vegetazione galleggiante (o, in alternativa dei mops), allo scopo di fornire a Paracheirodon axelrodi un substrato dove deporre. In alternativa isolare il fondo della vaschetta con una rete a maglie medie, sufficientemente grandi perché le uova cadano, ma strette abbastanza da non consentire ai genitori di passare.
L’acqua nell’acquario destinata alla riproduzione dovrà in primis essere matura, ovvero provenire dalla vasca principale, e dovrà inoltre essere tenera e acida, con valori pH di compresi tra 6.0-6.2 e valori di GH compresi tra 1 e 3. La temperatura sarà di 24°C. Per arrivare a tali condizioni è indispensabile l’impiego di torba. Si consiglia inoltre di posizionare una reticella sul fondo in modo da far passare le uova e di impedire agli adulti di raggiungerle. Inoltre il fondo dovrà essere ricoperto con materiale sottile in modo da imbrigliare le uova; molto utilizzato è il Taxiphyllum o la fibra di cocco. Un filtro ad aria si dimostra la scelta ideale per la sua corrente leggera, garantendo la sopravvivenza degli avannotti.
Tra le varie opzioni è possibile sia utilizzare un piccolo gruppo di adulti (in rapporto uguale maschi-femmine), sia scegliere una coppia, formata da una femmina con il ventre ben arrotondato ed un maschio vivacemente colorato, entrambi in buona salute. Una volta scelti i riproduttori, sarà necessario non alimentarli sino alla deposizione, per non alterare la chimica dell'acqua.
In ambo i casi la deposizione dovrebbe avvenire nel giro di 24-48 ore dall’inizio del corteggiamento.
La deposizione avverrà generalmente di sera, il maschio andrà a cercare la femmina e la colpirà con la bocca, prima delicatamente poi in modo più violento, sul fianco. Dopo aver nuotato per un po’ l’uno vicino all’altro, i due animali si dirigeranno improvvisamente verso la superficie dell’acqua dove il maschio cingerà il corpo della femmina con il suo corpo ed espellerà gli spermatozoi.
Dopo di che, la femmina emetterà le uova, che verranno fecondate, mentre cadono sul fondo. Gli atti riproduttivi si ripeteranno fino alla deposizione di 150-200 uova. Una volta avvenuta la deposizione e la fecondazione, gli adulti vanno spostati nell’acquario di allevamento. Gli avannotti,quasi invisibili dopo la schiusa, arrivano al nuoto libero nel giro di 5 giorni, a questo punto vanno alimentati con infusori o altri alimenti microscopici, fino a quando non saranno grandi abbastanza da accettare naupli di artemia appena schiusi o altro cibo. In caso di emergenza è possibile utilizzare come ripiego mangime finemente sbriciolato o surgelato tritato.
Durante i primi periodi dopo la schiusa le uova e gli avannotti si sono rivelati sensibili alla luce, per cui è consigliabile tenere la vasca in un luogo almeno debolmente illuminato.
In natura si nutre prevalentemente di piccoli invertebrati, crostacei, alghe filamentose, frutti caduti e simili; in acquario è frugale ed onnivoro, preferisce Artemia salina o meglio Chironomus, per mantenere vivi gli splendidi colori della sua livrea, ma accetta anche mangime liofilizzato o mangime secco, in scaglie o in microgranuli.
Si consiglia di mantenere una dieta varia per integrare sostanze nutrienti indispensabili.
3.5 - 7.0
1° - 14°dGH
23°C - 29°C