Originario di fiumi e affluenti dalle acque scure. L'acqua in questi biotopi è in genere marrone, con un'alta concentrazione di tannini derivanti da materiale organico in decomposizione ed è quindi molto acida.
Il suo habitat naturale è caratterizzato dalla quasi assenza di piante, nelle zone dal fondale sabbioso e forte presenza di radici. Quando trova aree fortemente piantumate, si insedia nella zona dimostrando comportamenti quasi territoriali anche verso pesci di taglia più grande.
Ha un carattere pacifico e gregario. Può essere facilmente trovato, in banchi di almeno 15-20 esemplari, nuotare nel centro dei corsi d'acqua, dove la corrente risulta più forte. Ha un nuoto veloce e vivace.
L'Hemigrammus bleheri è un pesce molto suscettibile ai cambiamenti della chimica dell'acqua. La sua provenienza è, per la maggiore, di cattura; questo lo rende maggiormente soggetto a malattie se i valori dell'acqua non sono il più simile possibile a quelli naturali.
La vasca ideale per questo bellissimo caracide, è senza ombra di dubbio quella biotopica.
Un substrato di sabbia di fiume, densamente cosparso di radici e rami intricati tra loro, con sparuta vegetazione sul fondo della vasca, tipo Vallisneria o Cabomba, possono rendere l'effetto desiderato. Buona cosa è quella di inserire anche numerose foglie secche, di faggio o quercia, per macchiare ancor di più l'acqua e quindi portarla al pH acido desiderato.
Il litraggio non deve essere inferiore ai 70 litri per poter ospitare un piccolo banco di 8-10 esemplari; numero minimo sotto al quale non bisognerebbe scendere, proprio per evitare un forte stress al pesce.
La filtrazione, rigorosamente con l'aggiunta di torba, deve essere forte, in modo da tenere sempre un valore di nitrati prossimo allo zero. Nel caso in cui questo non dovesse succedere si è notato che, un cambio di circa il 20% del volume aiuta a mantenere vividi i colori del pesce.
L'illuminazione deve essere fioca per poter mettere in risalto la livrea di questo splendido Caracide.
Come detto in precedenza, con valori non ottimali della chimica dell'acqua, questo vivace pesce sbiadirà, andando in contro a possibili malattie. Attenzione particolare va fatta anche per quanto riguarda gli sbalzi termici: questi infatti, anche se di piccola entità, tendono spesso e volentieri a stressare il pesce, rendendolo facilmente soggetto ad Ichthyophthirius multifiliis, il parassita responsabile della malattia dei puntini bianchi.
La riproduzione di questo piccolo caracide è molto difficile da ottenere in cattività.
In primis, il dimorfismo sessuale si inizia ad intravedere solamente nel periodo riproduttivo, quando le femmine presentano una pancia prominente per via delle uova ed i maschi una colorazione più sgargiante.
In questa specie non si formano coppie stabili.
In natura, le riproduzioni avvengono in acque aperte in momenti di aggregazione del branco. In acquario come in natura le coppie durano quindi solo il tempo necessario ad un breve corteggiamento ed al rilascio dei gameti riproduttivi.
In acquario, per stimolarne l’istinto riproduttivo è consigliabile variare la dieta offerta aumentando progressivamente la somministrazione di cibo vivo e surgelato, sia in quantità che in frequenza.
La soluzione migliore per tentare di riprodurre questa specie, è quella di realizzare una vasca dedicata, di litraggio non inferiore ai 40 litri per mezza dozzina di esemplari, con pH 5 e durezza 2° - 3°dGH. L'acqua deve essere ambrata e deve avere una temperatura dai 26° ai 31°C.
Il substrato deve essere ghiaioso e scuro e l'illuminazione molto blanda con qualche pianta galleggiante a filtrare ulteriorrmente la luce.
La riproduzione avviene mediante semplice rilascio in acqua dei liquidi riproduttivi, ciò è solitamente sufficiente ad ottenere la fecondazione di quasi tutte le uova le quali subito dopo si adagiano sul fondale. I genitori se ne disinteressano ed anzi, se le notano, le mangiano. E’ quindi meglio disporre sul fondo dell’acquario riproduttivo molto muschio e piante basse a foglie strette, in cui le uova si incastreranno riuscendo almeno in parte a salvarsi. In alternativa si può ricoprire il fondo con uno spesso strato di biglie in vetro. E' bene regolare al minimo il filtro e mettere del materiale a maglia fittissima a protezione delle bocchette di aspirazione, ciò eviterà che le uova vengano in parte aspirate dal filtro.
I pesci vanno introdotti nella vasca da riproduzione in orario serale, e successivamente la vaschetta va lasciata al buio, eventualmente potete schermare ulteriormente eventuali fonti di luce esterne foderando le pareti della vasca con fogli di giornale o con cartoncino scuro. Se tutto va per il verso giusto la riproduzione avverrà all'alba del giorno seguente, ovvero all'arrivo della prima flebile luce. Come già detto, trattandosi di specie ovipara, la riproduzione avviene di fatto senza un vero e proprio rapporto sessuale, la coppia dopo rapidi rituali amorosi e saettanti inseguimenti da parte del maschio compie in genere una fase di nuoto lento affiancato, momento in cui contemporaneamente vengono rilasciati uova e liquido seminale (gameti). Ciò è in genere sufficiente, vista le ridotte dimensioni della vasca, a garantire la fecondazione di quasi tutte le uova le quali, abbandonate al loro destino senza alcuna cura parentale, si depositano sul fondale e/o tra la vegetazione bassa ove restano ancorate essendo piuttosto appiccicose. Subito dopo la deposizione i riproduttori vanno rimossi altrimenti divoreranno la prole senza esitazione.
Le uova e le future larve sono piuttosto fotosensibili ed è quindi fondamentale mantenere la vasca in penombra ancora per la prima settimana successiva alla deposizione. Il periodo necessario per l'ottenimento della schiusa dipende dalla temperatura dell'acqua, comunque in genere si aggira attorno alle 28 / 36 ore.
Al momento le riproduzioni di questo Caracide osservate in cattività non sono state molte, ragion per cui non si hanno ancora dati certi in merito al numero massimo di uova che possano essere rilasciate da una femmina in una singola deposizione.
Per i primi quattro / cinque giorni i piccoli appaiono sotto forma di larve statiche, intente a nutrirsi del sacco vitellino. Terminato il riassorbimento del sacco vitellino ha inizio la fase di nuoto libero degli avannotti, e da qui in poi occorre fornir loro i necessari alimenti. A causa delle ridottissime dimensioni delle loro bocche non è però possibile inizialmente somministrare i "classici" naupli di Artemia salina, si può ovviare a questo problema ricorrendo a Rotiferi, Bosmine ed infusori liquidi vari. Dopo 7 / 8 giorni dall'inizio della fase di nuoto libero si può progressivamente passare ai naupli di Artemia salina, e dopo un'ulteriore settimana al secco per avannotti finemente sbriciolato.
Gli avannotti di Hemigrammus bleheri sono molto delicati e la vaschetta d'accrescimento deve sempre essere mantenuta perfettamente pulita, eliminate subito eventuali avanzi di cibo e detriti organici e mantenete bassi i nitrati aiutandovi con piccoli frequenti cambi d'acqua parziali del 5% giornalieri.
In natura questo pesce si nutre di un discreto range di alimenti, passando dalle alghe ai microrganismi che le popolano, per arrivare a piccoli insetti e larve di questi. In cattività accetta qualsiasi tipo di cibo vivo e secco, sufficientemente piccolo da essere mangiato.
5.5 - 6.8
2° - 15°dGH
23°C - 26°C